Il Porto di Fiumicino

Porto-Fiumicino

Cenni Storici

Con la caduta dell’impero romano il Tevere vide diminuire i suoi traffici. Ciononostante anche durante il più oscuro medioevo la navigazione tiberina non scomparve mai del tutto, grazie alla iniziativa e alla volontà di qualche pontefice. Tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo sono da far risalire i tentativi seri e fruttuosi per la ripresa del traffico fluviale. A Roma, nel 1692 Innocenzo XII fa costruire il porto di Ripa Grande, per l’approdo dei bastimenti provenienti dall’Umbria e dalla Sabina.

Sono da citare alcuni avvenimenti importanti che stanno a dimostrare la rinascita del trafico fluviale, e cioè: il trasporto, nel 1827-28, delle colonne di granito bianco del Sempione alte 14 m. per la costruzione della basilica di S. Paolo; nel 1840 il trasporto prolungato fino alla confluenza con l’Aniene degli obelischi di granito che ornano Villa Torlonia e, sempre nello stesso anno, il trasporto delle colonne a massi di alabastro per la basilica di S. Paolo.

Fiumicino costituiva la porta d’entrata per il traffico diretto a Roma e certamente nei secoli passati, numerose dovettero essere la “grida” o “notificazioni” redatte dal Governo pontificio per disciplinare la navigazione sul Tevere.

E’ appunto da una “notificazione” del 25 ottobre che ricaviamo alcuni dati interessanti. Il pilotaggio, obbligatorio, era operante almeno fin dal 1817 e i piloti erano ritenuti responsabili in caso di incaglio. Tutte le imbarcazioni che dovevano risalire il Tevere erano obbligati ad alleggerirsi (notificazione del 27.02.1839) nel caso il loro pescaggio fosse risultato eccessivo e l’operazione doveva essere certificata da un “ministro incaricato di regolare l’alleggio”. Soltanto quando la nave aveva ottenuto il nulla osta essa poteva essere “attaccata al vapore” (che aveva sostituito il tiro dei bufali) e rimorchiata a destinazione.

L’art. 3 del Regolamento 8 Maggio 1884 che disciplina la navigazione sul Tevere….

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